Vino Rebo, una grande invenzione trentina
Il vino rosso Rebo nasce dall’invenzione di un grande esperto, Rebo Rigotti, ricercatore della Stazione sperimentale dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Trento). Egli attraverso una lunga sperimentazione, che spesso venne portata avanti con metodi più empirici e strettamente scientifici, è riuscito a creare intorno al 1920 (per altri invece 1948) un nuovo vitigno che secondo le intenzioni iniziali doveva sostituire il Merlot nelle zone meno adatte climaticamente alla coltivazione di quest’ultimo. Ovviamente il vitigno novello ed il relativo vino devono il loro nome a questo coraggioso ricercatore.
Questo interessante risultato è stato raggiunto quasi per caso: lo stesso Rebo, infatti, al momento iniziale della registrazione di questo nuovo vitigno, chiamato Incrocio Rigotti 107-3, dichiarò di aver intrecciato Marzemino e Merlot. In un secondo momento però, in realtà molti anni dopo, alcuni studi specifici dimostrarono come in verità il Rebo nascesse dall’unione di Merlot e Teroldego (un vitigno autoctono sedimentato nel Trentino nell’Ottocento); il Marzemino quindi c’entra ben poco.
A prescindere dalle peripezie e, perché no, anche la fortuna che hanno portato ad esistenza il Rebo, è importante sottolineare le proprietà precipue di questo risultato: si tratta infatti di un uva in grado di dare origine a vini semplici ma eleganti che possiedono tutta l’aromaticità del Teroldego e la struttura del Merlot. Tutte caratteristiche organolettiche importanti ed ambiziose che si mostrano sin da subito; innegabile, però, è anche la sua predisposizione ad un moderato invecchiamento che può arrotondare ed accentuare i tratti salienti già presenti.
Zona geografica di produzione del vino Rebo
Come ci si aspetterebbe, la sua diffusione è certamente partita dalla zona d’origine: il territorio che si estende tra la Valle dei Laghi e le colline trentine, con alcuni nuclei specifici come San Michele all’Adige, Volano, Calavino, Cavedine e Padergnone (paese natio di Rebo Rigotti).
Le caratteristiche agronomiche di questo vitigno, tuttavia, rendono possibile la coltivazione dello stesso in tutte le regioni settentrionali, e alcune del centro, italiane. Una possibilità che molti hanno colto al volo permettendoci così di ritrovare questa scoperta tutta trentina in altre zone e regioni come il lago di Garda o il territorio della Valtènesi: clima mite, acqua del lago e buona ventilazione, infatti, sono caratteristiche climatiche ed ambientali che si sono rivelate benefiche a questo vitigno portandolo a raggiungere un nuovo livello di eccellenza nella produzione di vino di grande qualità.
Caratteri ampelografici vitigno
La foglia di questo vitigno è di grandezza media, ha una forma orbicolare, e può essere trilobata o pentalobata.
Il grappolo, invece, si presenta compatto, monoala e di dimensioni medie.
Per quanto riguarda l’acino, infine, esso possiede una dimensione media ed un forma sferoidale; la buccia è pruinosa e di colorazione blu – nera.
Note sensoriali: profumo e gusto
La colorazione tipica di questo vino è il classico rosso rubino brillante che può assumere sfumature più o meno scure a seconda che sia stato sottoposto ad invecchiamento o meno.
La morbidezza e gentilezza del Rebo si ritrova inevitabilmente anche nella composizione aromatica complessiva: forte è il profumo di frutta, con sentori di ciliegia, prugna, ribes, mora ed una lieve nota speziata ed erbacea.
Al gusto si presenta caldo, armonico e morbido, recuperando anche nel gusto tutti i profumi colti con la percezione olfattiva. Il finale ha una buona persistenza.
La temperatura ottimale di servizio si aggira intorno ai 18°C; può essere gustato non solo nei mesi invernali ma anche in quelli estivi vista la sua generale delicatezza ed equilibrio. Visto le sue versatili proprietà organolettiche, inoltre, esso si abbina perfettamente a carni rosse (grigliate, costolette di agnello), ma anche costate di manzo o entrecote.