Lagrein: il re dell’Alto Adige
Il Lagrein, originariamente prodotto solamente nella versione rosata, il Lagrein Kretzer, da sempre si contende il titolo di re dell’Alto Adige con un altro rosso importante: la Schiava.
Questo trend nelle tecniche di vinificazione si è ben presto modificata verso una direzione più sobria, che desse risalto alla struttura, all’eleganza e alla longevità tipiche di questo vino, senza essere troppo invasiva. Mantenere questo delicato equilibrio, tuttavia, non è così banale: il Lagrein ad oggi, infatti, si presenta come un vino ricco di corpo, caldo, fruttato e con un’elevata tannicità; tutte caratteristiche esplosive che devono essere placate da lunghi affinamenti in legno.
Se si compara questo Lagrein con la sua versione rosata-kretzer, dunque, è evidente la immensa differenza: se da una parte abbiamo un’esplosione di colore, profumo e struttura, dall’altra troviamo colori chiari, leggerezza ed un’alta acidità.
In conclusione, ad oggi possiamo dire che esistono due interpretazione di questo nobile vino: la versione rosata (prevalentemente prodotta in passato), e la versione odierna, più colorata e corposa, che prende il nome di Lagrein Dunkel.
Zona geografica di produzione
Ad oggi non ci sono dubbi riguardo alla culla geografica di questo vitigno: il Lagrein, infatti, viene coltivato e prodotto in tutto il Trentino Alto Adige con una particolare concentrazione nella conca di Bolzano, soprattutto a Gries, vero e proprio cuore pulsante del Lagrein che ad oggi appartiene all’abbazia di Gries con la propria cantina Muri – Gries.
Dal punto di vista storiografico le prime testimonianze scritte in documenti commerciali di questo vino risalgono al 1379. Da quel momento in poi il Lagrein si è sempre distinto per la sua costante presenza sulle tavole di nobili, ecclesiastici e potenti; insomma, un vero e proprio nettare rosso per l’elite.
Nel corso della storia, tuttavia, le ipotesi sulla sua provenienza non erano così in armonia: alcuni, ad esempio, sostenevano che questo vitigno provenisse dalla Vallagarina in ragione della somiglianza del nome del vitigno con quello di questa valle. Altri proponevano una discendenza più lontana ed antica, riconducibile alla Magna Grecia, che avrebbe avuto luogo attraverso un movimento di questo vitigno dalla città greca di Lagaria fino alle Alpi del Nord; non a caso il vino prodotto in questa città veniva chiamato Lagaritanos.
Il fascino di queste teorie è innegabile, tuttavia, recenti studi ampelografici avvalorano una tesi meno “esotica”. In particolare, il Lagrein troverebbe le sue origini in Francia, in particolare nella Borgogna, a causa della sua discendenza dal Pinot Nero (padre anche dell’altrettanto famoso Teroldego). Molti grandi vini rossi del Trentino Alto Adige quindi condividerebbero una nobile discendenza originaria della Francia.
Caratteri ampelografici vitigno
La foglia di questo vitigno ha dimensioni media e possiede una forma pentagonale e trilobata.
Per quanto riguarda il grappolo, esso è compatto e di struttura piramidale con una grandezza media. Le ali possono essere 1 o 2.
L’acino di Lagrein, infine, ha dimensioni medie e forma ovoidale; ha una buccia consistente, pruinosa e dalla colorazione blu – nera.
Note sensoriali: profumo e gusto
La modernità fortunatamente ci ha permesso di potere gustare questo prezioso vino anche senza dover partecipare a banchetti di nobili famiglie o alti ecclesiastici altoatesini, tutti infatti possono apprezzare il corpo fruttato di questo vino dall’intenso colore rosso rubino.
Al fine di capirne meglio la ricchezza e le proprietà è utile delineare un vero e proprio identikit delle proprietà organolettiche:
Dal punto di vista della composizione aromatica, il bouquet è estremamente ampio e variato. Passiamo dai profumi speziati, di pepe e frutti di bosco, fino ad arrivare ad aromi più forti che richiamano anche il sottobosco (cacao, funghi, spezie dolci). La complessità dei profumi presenti, quindi, evidenzia l’importante struttura del vino stesso rendendolo, di fatto, un vino esuberante che non si nasconde.
Al momento dell’assaggio tutto il corpo ed il calore di questo vino esplodono in bocca: tannini, sapidità, ma anche freschezza, vengono perfettamente definiti a ricamati all’affinamento in legno portando ad un risultato armonico ed energico. Spiccano le note di pepe e liquirizia; sapori forti e particolari che però vengono armonizzati ed avvolti dal profumo di frutto caldo.